Sessi Frediano - 2014 - Mano Nera: Esperimenti medici e resistenza nei lager nazisti by Sessi Frediano

Sessi Frediano - 2014 - Mano Nera: Esperimenti medici e resistenza nei lager nazisti by Sessi Frediano

autore:Sessi Frediano [Sessi Frediano]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: History, Holocaust, Biography & Autobiography, Medical, Political Science, Political Ideologies, Fascism & Totalitarianism, Military, World War II
ISBN: 9788831738323
Google: USFUBAAAQBAJ
editore: Marsilio
pubblicato: 2014-09-01T22:00:00+00:00


SECONDA PARTE

13.

I processi ai giovani della Mano nera

Alle prime luci del giorno di venerdì 12 dicembre 1941, Albert Uhrlich (cui mancava poco più di un mese per compiere sedici anni) guardò come sempre il cielo, dalla piccola finestra della prigione di Kehl. Poi, come era solito fare, si aggrappò alle inferriate e cercò di gettare lo sguardo nel cortile interno. Fu sorpreso nel vedere il suo compagno Ceslav Sieradzki passare di là, in mezzo a due civili, probabilmente poliziotti della Gestapo.

Il giovane polacco, per tornare al campo di Schirmeck, doveva percorrere su un furgone blindato circa cinquanta chilometri. Il viaggio dalla prigione al campo questa volta sarebbe stato l’ultimo. Alcuni suoi compagni di lotta ricordano così quella fredda mattina di dicembre:

Mentre eravamo immobili, intirizziti dal freddo, le orecchie ghiacciate e la goccia al naso [in fila davanti alla baracca numero 8]1, vedemmo arrivare un giovane, con il volto insanguinato, spinto a calci, costretto a gettarsi a terra sulla neve e a strisciare.

Il guardiano si fermava davanti a ciascuno dei prigionieri, e chiedeva se conoscessero per caso quel ragazzo dal viso tumefatto.

Certo, avevamo riconosciuto Ceslav Sieradzki, ma tutti rispondemmo con un no. Avevamo l’impressione che i nostri aguzzini volessero farci capire quale sorte avrebbero riservato a tutti quelli che non si fossero piegati alla loro volontà2.

Tra gli internati costretti a osservare questa scena, in piedi davanti la baracca numero 8, c’era anche Jean-Jacques Bastian:

Ciò che mi colpì in modo particolare, di fronte a quel fatto così penoso, fu che la vittima, nonostante fosse insanguinato dalla testa ai piedi, continuasse a gridare: «Viva la Francia!»; e il suo volto era illuminato da un grande sorriso3.

Sieradzki, che poco tempo prima era stato prigioniero alla baracca disciplinare, al termine dell’istruttoria contro di lui, era stato condannato a morte e riportato al campo, per essere ucciso. Ma non era stato ancora giudicato da un tribunale. Forse, perché polacco, pur essendo naturalizzato francese, venne considerato un “sottouomo”, non degno di essere ascoltato dalla giustizia del Reich.

Quel che si suppone, circa la versione dei fatti che, quattro giorni dopo, venne data da un comunicato ufficiale del comando delle SS e della Polizia di sicurezza nazista, e che parlò di «fucilazione a causa di un atto di resistenza» (in sostanza, il giovane Ceslav avrebbe cercato di fuggire e per questo sarebbe stato abbattuto), è molto vicino al vero, anche se non si hanno prove o testimonianze dirette.

Dopo la tragica passeggiata davanti ai suoi ex compagni e ai detenuti della baracca numero 8 del campo di Schirmeck, il ragazzo venne portato fuori dal recinto, in mezzo al fitto della boscaglia, lungo il tragitto che conduceva alla collina del lager di Natzweiler-Struthof, e lì, lontano dagli sguardi di tutti, giustiziato con un colpo alla nuca.

La notizia venne data con gli altoparlanti del campo ai detenuti di Schirmeck, ma nel comunicato ufficiale, che pur falsificava la realtà dei fatti, per la prima volta veniva citata la parola “resistenza”.

La fine di questo criminale dovrà servire da serio avvertimento a tutti i nemici



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